Tutte le volte che non ti ho amato

Di Daniele Cesaretti
L'acerba frutta settembrina
i pomodorini secchi abbandonati
il bramito dei caprioli
qua sotto nei vicini campi
e il salnitro in cantina odora
del timido bagliore lunare che
penetra spicchiando la trapunta
le briciole del tavolo abitano il tavolo
il tuo maglione di ciniglia
indisturbato dorme sulla sedia
si culla una treccia d'aglio
nel chiarore della cucina opaca
la tazza vestita di calda ceramica
dove trova rifugio l'assopito filtro
enfio come le promesse riposte
nel fusiforme vaso cotto
tanti steli si curvano lì vinti
la polvere si compone soffice
tra gli scaffali levigati
alla stregua degli errori
tra minuti magramente imitati
il tappo di sughero digerito
dal gres rosso sul balcone
e la finestra parla con le stelle
sopra, là, altrove,
dove questo immenso cielo
resta
per tutte le volte che non ti ho amato.